Appuntamento con i professionisti dello sport: conosciamo meglio Marco Sansovini

 

Maro Sansovini è un allenatore di calcio ed ex calciatore professionista, ex attaccante classe 1980.

Dopo avere militato in diverse società professionistiche, facendone le loro fortune con le numerose reti messe a segno, ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore, prima nelle fila del Pescara under 16 ed attualmente come guida tecnica della Spal under 16.

Marco Sansovini ha risposto ad alcune nostre domande che riguardano il suo passato da calciatore, ricco di vittorie ma anche di diversi infortuni che ne hanno segnato la sua carriera calcistica.

 

Marco, quali sono stati gli infortuni più gravi nella tua carriera?

 

Tra quelli che hanno segnato maggiormente la mia carriera calcistica, ricordo senza dubbio i due interventi subiti al crociato anteriore di entrambe le ginocchia. Purtroppo però, mi sono dovuto sottoporre anche ad un intervento al menisco mediale e ho avuto a che fare con una brutta pubalgia cronica e con una lesione di secondo grado al collaterale mediale.

 

Cosa ti ricordi con maggior piacere del tuo debutto nel calcio professionistico?

 

Ricordo ancora molto bene quel giorno. Facevo parte della primavera del Foggia e mi ritrovai catapultato nel mondo dei professionisti dal giorno alla notte. In quell’occasione andammo a giocare contro l’Atletico Catania, in una situazione disperata, in quanto eravamo penultimi in classifica. Al termine della gara ricordo ancora la feroce contestazione dei nostri tifosi che ovviamente ha avuto su di me un impatto fortemente emotivo. Ma come in ogni esperienza c’era però anche il lato positivo. Infatti era stata per me una grandissima emozione poter giocare con la prima squadra in una piazza molto importante come Foggia con un grandissimo pubblico.

 

Marco, tra i numerosi difensori che hai affrontato, chi è stato quello che ti ha messo maggiormente in difficoltà?

 

Ho avuto la fortuna di giocare contro grandissimi calciatori, ma se devo fare dei nomi, quelli che mi hanno messo più in difficoltà, sono stati Francesco Acerbi e Angelo Ogbonna.

 

Qual è stata la piazza in cui ti sei trovato meglio e di cui conservi un piacevole ricordo?

 

La piazza in cui mi sono trovato meglio è sicuramente Pescara. Qui, si è creato un legame particolare con la città e con i tifosi, che mi ha portato a decidere di vivere la mia vita qui con la mia famiglia. Mi sono sempre trovato bene a livello calcistico ma soprattutto a livello umano e personale. Un altro piazza di cui conservo un piacevole ricordo è Spezia.

 

Chi è stata la persona che ha influenzato maggiormente la tua carriera calcistica?

 

A livello prettamente tecnico, ringrazierò sempre l’allenatore che ho avuto nei primi anni alla Roma, mister Mauro Bencivenga. Invece, dal punto di vista emotivo e caratteriale, devo tutto ai miei genitori, che sono stati per me fondamentali, ed in particolare mio padre che dal punto di vista calcistico è la figura a cui devo di più.

 

Marco, secondo te, quale è l’aspetto migliore di essere un calciatore?

 

Bisogna essere sinceri, se riesci ad essere un calciatore ad alti livelli ci sono sicuramente dei guadagni molto importanti, che ti danno la possibilità di vivere un futuro più sereno e di poter pensare il meglio possibile per la tua famiglia. Per me ha rappresentato anche la realizzazione del mio sogno che avevo sin da bambino. Riuscire a fare ciò che ami è sicuramente la cosa più bella che possa capitare; fare calcio è stare in un gruppo, sempre all’aperto e per me è quanto di più bello ci possa essere.

 

Cosa pensi dell’allenamento individuale per il miglioramento delle prestazioni sportive dei calciatori?

 

L’allenamento individuale deve essere parte integrante della preparazione di un calciatore. Anche se si fa parte di un team, la prestazione finale dipende dal lavoro di ogni singolo componente e al fine di poter contribuire al risultato finale del gruppo squadra bisogna prepararsi al meglio. Al giorno d’oggi sappiamo tutti quanto è importante curare nel dettaglio sia l’aspetto fisico che quello alimentare. Per stare a livello ottimale bisogna infatti andare a lavorare sui singoli aspetti che poi andranno a confluire sulla prestazione finale.

 

Antonio Lo Presti

 

 

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